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Elena CeccarelloElena Ceccarello: libero dentro

12 febbraio 2014

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle pallavoliste poco note al grande pubblico.
Oggi incontriamo Elena Ceccarello, giocatrice e allenatrice, che ha accettato di condividere la sua esperienza.

Elena, torniamo indietro nel tempo: ricordi la prima volta che sei scesa in campo per giocare una partita?
Ho iniziato a giocare a 10 anni in una piccola squadretta di paese, l'Euganea Volley. Ero la più piccola e minuta e avevo un sacco di paura nell'entrare in campo e fare brutta figura. Il fisico esile e mingherlino allora non mi aiutava molto e mi sentivo sempre più "indietro" rispetto alle altre. Ho continuato ad impegnarmi e non mollare, non saltando mai un allenamento e provando e riprovando finché le cose piano piano non sono cominciate a riuscire anche a me. Ricordo ancora i pianti e la disperazione per non riuscire a passare la rete con la battuta dal basso!!!

E poi com'è proseguita la tua storia da pallavolista?
Gli anni successivi ai miei primi passi nei campi da pallavolo sono stati un po' sfortunati, nel senso che una squadretta di ragazze della mia età a Galzignano Terme non c'era e così mi hanno passata nella squadra delle "grandi" anche se assolutamente io non c'entravo nulla con loro. Gli anni dai 12 ai 16 credo di averli persi purtroppo passando gli allenamenti in battuta e le partite in panchina. Poi finalmente la mia strada si è incrociata con Fabio Ruzzante, carattere burbero e severo in palestra ma bonaccione fuori, personalmente uno dei migliori tecnici che io abbia mai avuto. Fabio in 4 anni mi ha insegnato praticamente da zero cosa sia un palleggio, un bagher, una schiacciata... tutto! Da lì ho iniziato a giocare e semplicemente non ho più smesso!

L'episodio più bello che ricordi come giocatrice?
Le promozioni in serie D! Sono di sicuro i momenti più belli e intensi che io abbia mai vissuto in un campo da pallavolo. Auguro a tutti di viverli almeno una volta nella vita, soprattutto se sei con le compagne giuste al momento giusto e se la promozione segna la conclusione di un anno duro ma intensissimo fatto di allenamenti, sacrifici, serate e vita da spogliatoio. Urlare dopo l'ultimo punto dell'ultimo set dell'ultima partita dei play off è stato indimenticabile!

E il più brutto?
Il periodo lontano dalla pallavolo per un'operazione, tre mesi, lunghissimi. Non poter giocare, non riuscire nemmeno a stare in piedi e vedere le tue compagne che giocano senza di te è davvero una sofferenza. Altrettanto difficile è tornare in campo e riprendere determinati movimenti senza ascoltare la vocina dentro di te che ha una paura atroce di sentire, di nuovo, dolore.

Sei un libero. Cosa pensi di questo ruolo così "diverso" dagli altri?
Che ruolo giochi? Ah... libero, quello con la maglia diversa. Non proprio. Il libero è un ruolo complesso, che va amato e vissuto. Fare il libero implica un certo sacrificio in più perché non si schiaccia, non si fa punto e non si sfoga con una pallonata la voglia di vittoria. Tuttavia, il libero è fondamentale. Perché? Perché infonde sicurezza e gestisce la seconda linea. Perché le tue compagne sanno che dietro ci sei tu a coprirle. Perché una difesa vale più delle ginocchia sbucciate. Perché quando dopo un attacco le tue compagne si girano e incrociano il tuo sguardo trovano intesa. Perché il gioco parte da te.

Parliamo di Elena Ceccarello allenatrice: cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?
Ho iniziato un po' timorosa ad appena 18 anni. Ho preso in mano una squadretta di under 14 del mio paese, dove da anni non c'era nulla e c'ho provato. Alle prime partite gli allenatori delle altre squadre domandavano alle mie atlete dove fosse la loro allenatrice e io, ovviamente più bassa di loro, alzavo la mano con un bel sorrisone. Da lì non sono più riuscita a tornare indietro perché allenare dei piccoli mi dà una carica pazzesca! È così bello vedere i loro progressi, la passione che cresce dentro di loro, una squadra che si forma e la gioia nel giocare a pallavolo. Oggi, al decimo anno da allenatrice corro da una palestra all'altra in una continua corsa contro il tempo tra il lavoro, i miei bimbi, i miei allenamenti e la mia vita personale. Vivo con la borsa pronta in macchina, ma non mi pesa affatto! Così, di anno in anno rinnovo il mio impegno come allenatrice e so già che quando (purtroppo) appenderò le ginocchiere al chiodo rimarrò sempre legata allo sport che più amo al mondo!

A parte il volley, cosa c'è di importante nella tua vita?
La pallavolo occupa la maggior parte del mio tempo libero dopo il lavoro come educatrice in una Fondazione per Anziani. Ovviamente spazio va dato ad amici e famiglia, quelli che sono i valori importanti nella mia vita!

Grazie per la tua disponibilità e in bocca al lupo, Elena!